Collezione: Viola Radice di Robbia

Radice di Robbia (rubia tinctorium)

Il colore ricavato dalla robbia ha accompagnato l’uomo fin dagli albori delle prime civiltà mediterranee, (circa 4000 a.C). insieme alla porpora e all’oricello, tutte impiegate per tingere i tessuti. La sua solidità ai lavaggi maggiore rispetto ad altri colori, ha fatto sì che il rosso fosse l’unico colore utilizzato e in alcune lingue (per es. quella degli inuit e degli aborigeni) le due parole rosso e colore sono equivalenti.

Parte utilizzata

Radice al 3° anno di vita
La radice si raccoglie quando la pianta è completamente secca in inverno, tra novembre e gennaio. Dopo averla lavata dalla terra ed essiccata si frantuma in polvere per procedere all’estrazione in acqua calda.

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La sua storia e applicazioni

PIGMENTI
La robbia ha moltissime molecole coloranti, suddivise tra le classi chimiche degli antrachinoni (rossi), flavonoidi (giallo arancio) e tannini (beige bruni). La più nota è l’alizarina, ma l’estrazione porta ad un mix di molecole e il colore finale varia da un rosso mattone (in presenza di allumino) al viola – bruno (in presenza di ferro). È un colorante a mordente, ma vista la presenza dei tannini, si riescono a tingere le fibre animali anche direttamente nei colori più pallidi.

LE PROPRIETÀ CONFERITE AL TESSUTO
I tessuti trattati con robbia hanno dimostrato una buona resistenza ai raggi UV e una discreta attività antimicrobica. Questo suggerisce l’utilizzo della pianta non solo come colorante, ma soprattutto per mantenere puliti più a lungo i tessuti a contatto con la pelle e nella protezione dei soggetti sensibili ai raggi solari. Studi clinici condotti su pazienti immunodepressi hanno evidenziato un miglioramento per patologie della pelle come gli eczemi.

LE PROPRIETÀ OFFICINALI
La pianta è stata utilizzata fino a poco tempo fa come rimedio per sciogliere i calcoli renali di ossalato e di fosfato di calcio, inibendone la formazione. Grazie alla presenza di tannini e resine, la robbia si rivela utile anche nel trattamento dell’osteoporosi.

CURIOSITÀ
La radice di Robbia fu la fonte erbacea da cui l’Europa intera attinse per secoli per preparare il rosso, il rosa e il viola per colorare le vesti, i vasi, i muri, i tappeti, le pelli, gli stendardi e le armi, per la gente comune, le alte cariche religiose, i soldati e i condottieri.
A partire dal neolitico fino al 1880, insieme al guado e alla reseda, fu tra le tre fondamentali piante da cui estrarre i tre colori principali: il rosso, il blu o il giallo. Usata in Grecia, Marocco, Creta, nelle Highlands, in Gallia e nella Persia, la coltura di quest’erba trovò ampia diffusione, tanto che si può dire che industria tessile e tintoria furono letteralmente dipendenti da questa radice per colorare cotone, lino e lana per secoli interi. La radice di robbia veniva usata anche in Italia, soprattutto al centro e al sud dove era ad esempio usata per le vesti dei Medici di Firenze nell’epoca del loro splendore.

Il colore principale ricavato dalla Robbia è il rosso, tuttavia si possono ricavare numerose sfumature di colore, dal rosa al viola; inoltre, la radice si presta molto ad esser mescolata con altri colori primari per generare tinte differenti. Noi in particolare abbiamo scelto il colore viola.